Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

30/03/12

A «SNEŽKA» HANNO ECONOMIZZATO SUI BAMBINI

Il sanatorio «Snežka» si trova in un bosco di pini, in riva a un pittoresco laghetto a 12 km da Brjansk. Funzionando tutto l’anno, esso dispone di tutto il necessario per il riposo e la riabilitazione della salute. 

Nel sanatorio si fanno cure idriche fangose, procedure fisioterapeutiche, ginnastica curativa. Il costo del soggiorno per i bambini dai 4 ai 14 anni va dagli 885 ai 1920 rubli. 

Nei cinque blocchi dormitori ci sono camere da due, tre e quattro posti. Ma evidentemente non sono per tutti. Anche d’inverno, sugli scolari di Klincy hanno deciso di economizzare. 

I bambini sono stati alloggiati nella vecchia scuola in camere da otto posti con una sola doccia e un solo bagno per tutto il piano. Su un piano sono stati messi gli scolari delle classi dalla sesta alla nona. Le condizioni non lasciavano ben sperare: code per andare in bagno e per fare la doccia, vernice scrostata alle finestre, pareti logore, il corridoio buio e tetro. 

Gli insegnanti accompagnatori hanno spiegato che i bambini vengono sempre alloggiati qui. La scala che va al secondo piano è semidistrutta, le lezioni si tenevano nella hall dove erano stati provvisoriamente sistemati i banchi.

Anche con il cibo non tutto era a posto. Quasi ogni giorno i bambini frequentavano il negozio per comprare prodotti alimentari. Io sono stata testimone di come le bambine cercavano di convincere la propria insegnante di consentir loro di comprare le minestre precotte. Durante la permanenza a «Snežka» i bambini sono dimagriti di 2-2,5 kg. Evidentemente il colore bluastro del purè di patate non è piaciuto a tutti. […] 

Data: 21.03.2012 
Fonte: www.vashedelo.net 
Autore: Nadežda Nečetnaja 
Traduzione: S.F.

KAZAKISTAN, «IL NUCLEARE RINASCERÀ» MA NON SI SA NÉ DOVE NÉ COME



Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
Data: 28.03.2012

28/03/12

«I DIARI DI CERNOBYL»

Trailer dell'horror movie «Chernobyl Diaries», ambientato a Pripjat'.


IL REGISTA DI «ATTIVITÀ PARANORMALE» GIRA «I DIARI DI CERNOBYL»


L’uscita del nuovo film di Oren Peli è prevista per il 25 maggio. Oggi è comparso il primo quadro dell’horror-thriller.

Il film I diari di Cernobyl (“Chernobyl Diaries” in inglese, “Дневники Чернобыля” in russo) racconta di un gruppo di turisti americani contemporanei che viaggiano per l’Europa e che per caso si ritrovano a vagare per Pripjat’. All’inizio gli ospiti suppongono che la città sia disabitata, ma presto capiscono di essersi sbagliati… Dopo il calar del sole, l’aria notturna è penetrata da grida non umane e i viaggiatori comprendono con terrore di non trovarsi lì da soli…

IL film è basato su un’idea del 42enne regista israeliano Oren Peli, diventato famoso nel 2007 come regista e sceneggiatore di Attività paranormale.

Data: 16.03.2012
Fonte: www.sutki.net
Traduzione: S.F.

27/03/12

DELEGAZIONE D'INVERNO - FEBBRAIO 2012


Racconto del viaggio in Russia dal 19 al 26 febbraio 2012 della delegazione delle Russie di Cernobyl

Partecipanti: Franco Borghetti, Carla Bellezza, Sonia Panzeri, Caterina Bianchi, Benedetta Cocco (circolo Legambiente «Il brutto anatroccolo», Vb), Lino Zaltron (Circolo Legambiente Castronno, Va), Stefano Fronteddu (coordinatore Le Russie di Cernobyl)


LA NOTTE RUSSA: GEORGIANI E COREANI

Atterriamo a Mosca Domodedovo alle 18.30 del 19 aprile. La Russia, per decreto presidenziale, nello scorso autunno non ha più spostato l’ora indietro come l’Europa, così invece di due ora ci sono tre ore di differenza. Per questo non si fa in tempo ad andare a Mosca città a prendere il treno della sera per Novozybkov. Nostalgia dei vagoni aperti russi. Non resta che fare il viaggio di notte con il pulmino di Andrej, il nostro autista di Novozybkov. 700 chilometri. Tempo previsto: 9-10 ore con soste.

Prima sosta per un caffè in una sorta di autogrill gestito da georgiani. Ovviamente non abbiamo rubli. Andrej ci paga qualche caffè e un chačapuri (focaccia col formaggio georgiana) in otto, oltre a offrirci le polpette della moglie. Mentre con Franco e Andrej andiamo a cercare un bancomat al benzinaio vicino, i georgiani impietositi offrono agli italiani infreddoliti fuori dal locale dei loro tipici pani appena sfornati.

Seconda sosta. «Andrej, quando vedi qualcosa per mangiare che t’ispira, magari fermati» «Chorosho». Dopo un’ora ci fermiamo a un caffè (l’unico) lungo la strada. Andrej scende e va a ispezionare, torna scuotendo la testa: «No, è mal frequentato». Si prosegue nel nulla. Verso le 23.00 nuova fermata e nuova ispezione: «Questo mi sembra decente». Difficile comprendere i criteri… Il posto, gestito da coreani, è piuttosto squallido e puzza di frittura d’olio d’infima qualità, fatto confermato dalla pesantezza dei piatti. Mangiamo veramente male.

«Vi avviso, da Kaluga a Brjansk la strada è pessima, piena di buche, si sobbalzerà un po’, poi però dopo Brjansk è bella» «Quanto c’è da Kaluga a Brjansk?» «200 chilometri.» «Minchia…». Solitamente i russi tendono sempre un po’ a esagerare, soprattutto quando si tratta di cifre e dimensioni… ci sarà qualche buca… No, non in questo caso.

IL VENTO SOLARE

Alle 6.30 arriviamo a Novozybkov al Vento solare, alberghetto con annesso un mini centro benessere. Sono anni che è in ristrutturazione, questa volta però, tra lo stupore generale, è stato ristrutturato veramente, molte parti sono nuove, e accanto è stato anche aperto un café-ristorante semilusso per gli standard locali. Le porte delle camere sono nuovissime, gli interni invece esattamente come prima. Anche i prezzi, per fortuna.

Alle 10.00 siamo al reparto provinciale all’Istruzione. Quest’anno ci accolgono un po’ di fretta, essendo in quei giorni impegnati a fare d’urgenza una catalogazione delle scuole per il sito Internet del ministero. La stessa cosa si ripeterà anche a Zlynka. Nelle istituzioni sono tutti di fretta e un po’ agitati, anche per tutte le iniziative preelettorali. Il 4 marzo infatti in Russia si terranno le elezioni presidenziali. Julija e Ol’ga (assessora e assistente) ci danno comunque i dati sul risanamento dei bambini nel 2011, dicendo che nel 2012 la situazione dovrebbe essere più o meno simile.

RADIMICI

Visitiamo l’associazione “Radimici per i bambini di Cernobyl”, sempre a Novozybkov. Ci fa un’ottima impressione. Sono ben organizzati, fanno molte attività con i ragazzi. Ne condividiamo le linee e gli obiettivi. Un peccato, e anche un po’ assurdo, che non ci siamo mai incrociati prima, avendo operato per tanti anni nello stesso posto. Radimici funziona dal 1994. Legambiente anche iniziò nel 1994 ad accogliere in primi bambini di Cernobyl.

A Radimici si occupano di tante cose: volontariato giovanile, corsi d’informatica, attività d’integrazione dei disabili, riabilitazione per bambini con paralisi cerebrale e altre malattie (a questo scopo vengono a curarsi a Novozybkov da ogni angolo della Russia), check-up della tiroide, divulgazione delle informazioni su Cernobyl e la radioprotezione, scambi di stage formativi internazionali (soprattutto con Svizzera e Germania). D’estate gestiscono inoltre la colonia-campeggio per ragazzi Novokemp, in una zona non contaminata della regione di Brjansk, dove organizzano dei turni tematici: artistico, informatico, riabilitativo, integrativo.

Parlando con Pavel Vdovičenko, il fondatore di Radimici, ci troviamo in sintonia su vari punti: dal no all’energia nucleare (è forse la prima volta che in Russia lo sentiamo apertamente da qualcuno) allo sviluppo del volontariato giovanile, a degli interscambi culturali attivi, alla maggiore utilità del risanamento in Russia piuttosto che dell’accoglienza all’estero.

Ci proponiamo di trovare dei progetti su cui collaborare. Di cose ce ne sarebbero tante, finanziamenti permettendo. Loro preferiscono impegnarsi in progetti e collaborazioni a lungo termine, anche di 10-15 anni, per dare prospettiva alle attività intraprese. Prossimamente sul nostro sito approfondiremo la conoscenza di Radimici, pubblicando informazioni più dettagliate sulle loro attività ed elaborando delle proposte di collaborazione (la prima potrebbe essere l’invio a Radimici nella prossima di due stagisti italiani dell’università di lingue, tra cui Elena, la figlia di Lino).

MASLENICA

Come tradizione, arriviamo al villaggio di Vereschaki con due ore di ritardo. Tutti i bambini della scuola ci aspettano comunque, anche perché hanno preparato dei giochi e concorsi per il carnevale russo, la Maslenica, da fare insieme nella palestra. Aiutata da giudici assai benevoli con gli ospiti, la squadra della delegazione si piazza a pari merito al primo posto con i ragazzi più grandi della scuola, nonostante evidenti impacci nelle staffette… Finiti i giochi, ci offrono i primi bliny (simbolo del carnevale russo) con miele e marmellata di lamponi.

Con Zinaida, la direttrice, parliamo dell’eterna questione del tetto della sala teatro (e mensa). Stanno aspettando che un’impresa di Brjansk (con la quale si è già stipulato un contratto, anche in accordo con l’assessorato all’Istruzione) venga a Vereschaki a fare una perizia per confermare o meno l’inagibilità del locale a causa di alcune crepe sul soffitto. Se la situazione non fosse peggiorata dalla precedente perizia la sala potrebbe essere riutilizzata, altrimenti bisognerà fare costose ristrutturazioni. Già la sola perizia è venuta a costare sui 1.000 euro, finanziata dal Comune di Stresa nell’ambito del progetto Villaggi-Amici. Si è deciso d’impegnarsi con questa perizia, altrimenti la situazione sarebbe rimasta in stallo chissà ancora per quanto tempo, ed è un peccato che non venga utilizzata la sala principale della scuola, dove un paio d’anni fa si era finanziato il rifacimento di tutte le vetrate.

Più tardi siamo invitati a casa della famiglia di Aljosha, un ragazzo che anni fa era stato a Stresa, dove ci aspetta la banja, la sauna russa. Dalla casettina in legno della banja, dove la temperatura arriva a 100 gradi, usciamo fuori e ci buttiamo nella neve, urlando, a –15 gradi con i cagnolini del cortile che ci abbaiano dietro, guardandoci come deficienti. Segue il consueto banchetto delle case contadine con una tavolata stracolma di cibo e di samogon (la vodka distillata in casa). Torniamo in albergo con in mano i piatti con pietanze avanzate, che Alla, la padrona di casa, ci ha voluto assolutamente dare “per la strada”.

Il villaggio è tutto bianco, abbellito sotto la neve da dove spuntano solo le facciate colorate  e decorate delle casette di legno. In giro c’è silenzio e quasi una pace assoluta, sporadici cani e gatti vagano nel bianco totale delle vie del villaggio. Solo nella strada principale ogni tanto passa qualche mezzo di trasporto.

MONTAGNE ROSSE

Il 21 febbraio per la prima volta andiamo a visitare la provincia di Krasnaja Gora (“Montagna rossa”), tra le più contaminate della regione di Brjansk. Si trova sopra quella di Novozykov, al confine con la provincia bielorussa di Cecersk a ovest e la regione di Mogilëv a nord. Passato Vereschaki, la strada per arrivarci è a lungo bianca e deserta, fino al capoluogo attraversiamo soltanto un paio di villaggetti. Krasnaja Gora non è neanche una città, ma un “villaggio di tipo urbano” (6.200 abitanti, 14.500 in tutta la provincia).

L’aspetto è qui piuttosto dismesso, più simile a Zlynka che a Novozybkov. All’assessorato all’Istruzione (qui cittadino e provinciale insieme) il direttore Ivan e la sua vice Tamara ci raccontano che nella loro provincia sono stati evacuati molti villaggi negli anni successivi a Cernobyl e che di conseguenza è rimasta un’ampia zona “morta” nella parte nord.

La provincia di Krasnaja Gora è piuttosto isolata; lontana dalla strada di collegamento Brest-Brjansk-Mosca, ha più legami con la Bielorussia che non con le città russe più grandi. Poche associazioni estere sono arrivate da queste parti, per alcuni anni ha operato un’associazione tedesca, poi basta. Prima i bambini – non tanti – andavano a risanarsi in Germania, Italia, Francia. Attualmente all’estero non ci va più nessuno. Dai dati sul risanamento interno che ci espongono la situazione qui è un po’ migliore (il 66% dei bambini è andato nel 2011 in sanatorio) rispetto a Novozybkov e Zlynka.

Ci mostrano un grosso album dal titolo: «Nella patria… senza la patria…». È una raccolta di memorie dei villaggi evacuati della provincia compilata da un’insegnante locale. È un buon materiale da tradurre per le nostre “Memorie di Cernobyl”. In attesa di poter contattare questa signora per avere i testi, fotografiamo tutto il libro.

«Perché “Montagna rossa”?». «Perché ci troviamo su un altura da dove si vede sotto la valle con il fiume Besed’. Rossa è legata al periodo sovietico…». Il concetto di altura è molto relativo… a noi che viviamo sotto le Alpi pare di trovarci in un’assoluta pianura… Mentre il nome del villaggio di Perelazy, dove andremo subito dopo, deriva dal verbo “perelezt’” (перелезть, oltrepassare). Leggenda narra che in tempi antichi dei mercanti provenienti dalla Polonia-Lituania dovettero con difficoltà guadare il fiume Besed’ prima di poter insediarsi dall’altra parte e fondarvi il futuro centro abitato.

La scuola di Perelazy – a sette km dal capoluogo – è abbastanza tipica di un villaggio russo: edificio squallido, poco luminoso, ma ben tenuto, pochi bambini rispetto agli ampi spazi. La scuola è però dignitosa e ben organizzata dal collettivo degli insegnanti, diretti da una direttrice generalessa in stile sovietico. Ci fanno vedere tutte le classi e le attività della scuola (come ormai quasi ovunque in Russia, anche nei villaggi più sperduti l’aula d’informatica è ben attrezzata con computer nuovi, spesso più delle scuole italiane) e un ricco museo etnografico del villaggio allestito e curato da insegnanti e alunni.

Una cosa che colpisce: siamo i primi stranieri a mettere piede a Perelazy. Questo ci era già capitato un paio di volte in dei villaggi in provincia di Novozybkov e di Zlynka. Di sicuro quelli dell’assessorato non ci hanno fatto vedere uno dei villaggi più malmessi della provincia, come avevamo cercato di chiedere al momento della richiesta della visita, anche nella prospettiva di proporlo magari per un eventuale gemellaggio.

IL GIORNO DEL DIFENSORE DELLA PATRIA
(OVVERO UNA SETTIMANA DI RETORICA PATRIOTTICA)

Tornati a Novozybkov, abbiamo una mezz’ora di tempo prima dell’appuntamento alla Scuola d’arte. Marija ci porta alla Casa della cultura, dove quasi ci costringe a vedere un pezzo dello spettacolo cittadino per il Giorno del difensore della Patria, chiamata anche “festa degli uomini” (che in realtà è due giorni dopo, ma tutta la settimana ovunque ci sono iniziative a riguardo…). Si alternano canzoni, interventi, discorsi, tutto in stile molto kitsch e retorico; belli solo i balli in costume dell’ensamble di danza Kalina.

Con Andrej e Galina parliamo soprattutto del possibile scambio culturale tra la Scuola d’arte di Novozybkov e il liceo artistico di Vicenza, che dovrebbe prevedere il viaggio dei ragazzi russi in Veneto e viceversa. La proposta è accolta molto favorevolmente, si tratta di definire tempi, età dei ragazzi, modalità d’ospitalità, programma, costi e altri aspetti organizzativi. Andrej ci conferma inoltre che il concorso di disegno ci sarà anche nel 2012. Ci consegna i diplomi per i bambini e i ragazzi italiani che hanno partecipato all’edizione 2011, oltre a una cartella con nuovi disegni del concorso da utilizzare per le mostre in Italia.

Per quanto riguarda la semiprivatizzazione a cui è stata costretta suo malgrado la scuola d’arte, per il momento non ha portato grandi cambiamenti. Alcune lezioni in ogni caso sono diventate a pagamento, perché parte del budget deve ricavarlo la scuola stessa (soprattutto per pagare gli insegnanti).

All’incontro alla Scuola d’arte vengono a salutarci anche alcuni ragazzini di Novozybkov che erano stati da noi gli anni scorsi per lo scambio culturale “Coloriamo Cernobyl”. È stato il primo tentativo di invitare un gruppo di bambini di Cernobyl via Facebook (nella sua variante russa VK). Fatto difficilmente immaginabile 5-10 anni fa, oggi quasi tutti i bambini della zona di Cernobyl (dai 12 anni in su) hanno una loro pagina su Facebook o VK (la versione russa, molto diffusa, con circa 70 milioni di utenti), anche nei villaggi più sperduti. È un fenomeno che sta cambiando e sempre più cambierà il rapporto dei bambini o ex bambini di Cernobyl con il resto del mondo. La possibilità di comunicare liberamente, se è un valore per tutti, lo è in particolare per quelle province, una possibilità in più per uscire dall’isolamento della “zona di Cernobyl”.


TRA MILITARISMO E TRADIZIONI POPOLARI

Per cominciare la giornata dedicata alla provincia di Zlynka facciamo visita al Reparto all’istruzione, che si trova in un edificio ormai da anni in pessime condizioni. Anche qui ci ricevono cordialmente ma un po’ di fretta, presi da catalogazioni, festa del difensore della patria e iniziative preelettorali. La vice responsabile Alla ci espone i dati del risanamento dei bambini del 2011, assicurandoci che le cose sono andate meglio che nel 2010 (in realtà sono dati sconfortanti, soltanto il 33% dei bambini della provincia è andato di fatto in sanatorio…). Ci accordiamo comunque per il rinnovo del progetto Dubrava nel 2012. Poi ci sottolineano come qui loro siano tutti per Putin e il suo partito il quale, sostengono, negli ultimi anni ha molto aiutato il settore dell’istruzione. Come spesso accade, si tende a confondere i servizi dovuti dello stato (come quello di portare migliorie e nuove attrezzature nelle scuole) come una sorta di regali del partito Russia unita. Una notizia triste: nei giorni precedenti è bruciata la scuola in legno del villaggio di Petrjatinka. Anche per questa faccenda continua a squillare il telefono.

Per Zlynka ci accompagna Ivan, il giovane direttore della scuola di Dobrodeevka. «Ivan, facciamo in tempo a passare dal mercato di Zlynka. Ci dai una mezzoretta?» «Ma siete sicuri che volete vederlo?... Là comunque bastano 10 minuti!…». In effetti su un’area abbastanza ampia sia le bancarelle che i visitatori non sono molti… con la neve ha comunque il suo fascino anche il mercatino di Zlynka, come d’altronde la stazione dei pullman con alcuni pezzi d’epoca (sia pullman che autisti) ancora in funzione…

Per la prima volta visitiamo la scuola di Vyshkov – grosso villaggio non distante dal capoluogo – allo scopo soprattutto di conoscere la filiale della scuola di musica di Zlynka con cui quest’anno vorremmo realizzare il progetto musicale “Viburno rosso”. La scuola è grande – parte in un vecchio bell’edificio in legno –, ben organizzata e dignitosamente attrezzata (in confronto alle altre scuole dei villaggi più piccoli della provincia, molto più dismesse). L’energica vicedirettrice ci fa fare il consueto giro dell’istituto. Nella scuola ci sono 250 bambini.

«Prima del concerto del gruppo musicale vi facciamo assistere all’esibizione delle canzoni-marce delle prime classi. Siete fortunati a essere capitati proprio oggi…» «Chorosho» Cos’altro possiamo dire… Andiamo dunque in palestra dove si svolge l’iniziativa, una sorta di simulazione militare dedicata al giorno del difensore della patria… classi di bambinetti di 7-9 anni, maschi e femmine, che, schierati in file, a turno marciano, scandiscono slogan, fanno rapporto agli insegnanti-ufficiali… tutto urlato in stile militare… comanda le operazioni l’insegnante di ginnastica, un esaltato che urla come un ossesso… agghiacciante.

Ci risolleviamo un po’ con l’esibizione del gruppo musicale della scuola “Souvenir”. Accompagnati alla fisarmonica dal musicista Aleksandr Zencenko, ci presentano uno spettacolo di canti e balli popolari di ottimo livello.

IL MORSO DEL CAVALLO

Il resto della giornata siamo ospiti nel villaggio di Dobrodeevka, dove insieme ai bambini  (ne sono rimasti solo 32) e agli insegnanti della scuola celebriamo nuovamente La Maslenica, il carnevale russo, qui con tutte le sue tradizioni: concerto folkloristico di Carnevale, giochi e concorsi con i bambini, distribuzione dei regali, banchetto con tè, montagne di bliny, miele e altri dolci.

Il direttore Ivan, in un momento di lucidità, ci fa vedere, ringraziandoci, le attrezzature e il materiale didattico acquistati con il contributo del comune di Baveno, con cui il villaggio è gemellato. Alla domanda su cosa possa servire alla scuola per il 2012, Ivan risponde che sarebbero da rifare le finestre dei locali dell’asilo, perché ultimamente non tengono più il freddo.

Il carnevale prosegue con il giro per il villaggio su un carretto-slitta trainato da un cavallo.  La tradizione vuole infatti che si faccia il giro delle case cantando canzoni e ricevendo in cambio dolci e caramelle (e samogon…). Dunque, la delegazione sulla slitta, attorniata dai bambini, Elena che viene dietro suonando la fisarmonica. La giornata è luminosissima, splende il sole sul villaggio ricoperto di neve.

Mentre nella confusione generale si sta preparando il cavallo sulla via davanti al cancello della scuola e i bambini gli danno pezzi di pane da mangiare, non si sa come né perché la mano di Carla finisce fra i denti del cavallo. Momenti di spavento, un male acuto che poi per fortuna si attutisce con la neve ghiacciata. Il padrone del cavallo, un kolchoziano ciucco perso, non fa che ripetere: «Non è colpa mia, non è colpa mia!». Comunque, caricata sulla slitta Carla con l’impronta dei denti del cavallo sulla mano, si parte.

Si cerca l’infermiera del FAP del villaggio (da noi ristrutturato, forse in previsione…), ma quella che c’era prima è andata in pensione, quella attuale è in giro non si sa dove… il FAP è chiuso. Allora durante il giro Elena propone di passare dal cimitero, in un boschetto ai limiti del villaggio, dove c’è la tomba di sant’Aleksandra, alla quale la gente si rivolge per guarigioni e altre richieste. «Funziona sempre, da lei vengono a implorare da tutta la Russia». Carla fa una supplica in dialetto piemontese. Non si sa se per la santa, lo iodio verde di Elena o la neve ghiacciata di Dobrodeevka, comunque il dolore piano piano passa… e aumentano man mano le risate (degli italiani ovviamente, i russi erano molto più preoccupati…). Oltre a sant’Aleksandra – racconta Lena – nell’altro piccolo cimitero del villaggio è sepolto Annibal, l’antenato africano di Puškin, il maggiore poeta russo.

Tra le altre, passiamo anche a casa di Nadja, otto figli tutti maschi, un marito improbabile. Ogni anno ne troviamo uno nuovo e ogni anno lei afferma convinta: «Questo è l’ultimo». Lei comunque è contenta, nella casa – povera ma spaziosa e dignitosa – c’è un’atmosfera gioiosa. Poi incontriamo Oksana, 18 anni e una bambina appena nata in braccio, sul padre non si esprime.

La giornata finisce con una lunga cena insieme al collettivo degli insegnanti della scuola con i consueti canti, giochi e infiniti brindisi. Quando stiamo quasi riuscendo a partire, un signore armeno tira fuori un cd di musica italiana («La migliore! Ne sono innamorato») e ci costringe a ballare un’altra mezzora Toto Cutugno, Albano e Romina e roba del genere. La migliore…

TRASFORMISMO E “REZAK”

Il 23 mattino arriviamo a Klincy. Sistematici in albergo, andiamo subito al ginnasio, dove ci aspettano i ragazzi dell’eko-club “Sozvezdie”, nostri partner in vari progetti. Oggi è in realtà una giornata festiva (sempre per il “difensore della patria”…) e anche il nostro programma è piuttosto rilassato e ricreativo. Dopo i saluti, un caffè e un po’ di sci di fondo nel cortile della scuola (si doveva andare nel bosco ma la neve è un po’ molle), ci prendono in consegna alcuni ragazzini volontari del club, senza insegnanti, e ci portano a fare un giro per la cittadina.

Purtroppo è saltato l’incontro con il sindaco di Klincy, a cui tenevamo per sottoporgli alcune questioni relative all’attività di “Sozvezdie” (tra le altre il sostegno dell’amministrazione per trovare una sede autonoma per il club e per renderlo organizzazione autonoma). Ma in questi giorni è stato convocato a Brjansk per le iniziative preelettorali. Tra l’altro veniamo a sapere che anche questo sindaco è passato  al partito al potere Russia Unita… L’anno prima ci aveva colpito per le sue dichiarazioni non proprio filogovernative e per essere in un partito all’opposizione…

«Certo, uno può scegliere di bersi una birra chiara o una birra scura. Ma c’è una terza possibilità, per chi è più ricco d’immaginazione, costui si verserà insieme la chiara e la scura e si berrà un “rezak” (“taglio”). Io ad esempio me lo faccio e ve lo consiglio…». È una delle tante “introduzioni filosofiche” di Jura, imprenditore-chitarrista di Klincy, che ci ha organizzato e allietato la serata con sauna, spiedini (i migliori!, lasciati a marinare dell’acqua minerale “Essentuki”) e canzoni presso un locale del sanatorio Zatiš’e, non lontano da Klincy.

Zatiš’e è il famoso sanatorio vicino alla zona radioattiva dove vanno a risanarsi buona parte dei bambini delle province contaminate. Sono anni che i nostri amici di Klincy ce lo decantano e tentano di convincerci a mandare i bambini qui (cosa che ovviamente non abbiamo mai preso in considerazione). Il posto in realtà sembra bello, ci sono vari edifici in un ampio bosco di pini, anche se lo vediamo al buio.

FESTA DEL VOLONTARIATO

Al mattino del 24 vengono a prenderci in albergo Nastja, Masha e Vlad, i tre ragazzi che avevano fatto lo stage ecologico in Italia lo scorso settembre. Oggi siamo affidati a loro. Insieme andiamo all’orfanotrofio di Klincy, che ci interessava visitare e con il quale collaborano i ragazzi un po’ più piccoli di “Sozvezdie” (organizzano feste e spettacoli per i bambini, portano regali ecc.). Nonostante la tristezza che suscita di per sé un orfanotrofio e i bambini magrolini, la struttura è ben tenuta e attrezzata, le educatrici sono molto attive, l’atmosfera serena. Non si percepisce affatto una sensazione di sconforto e povertà come in altri orfanotrofi visitati in anni precedenti nelle zone contaminate.

Al ginnasio l’energica direttrice Larisa Dmitrievna ci fa fare il giro di tutte le classi durante le lezioni (per caso in metà delle classi c’è d’inglese). Dopodiché il resto della giornata è dedicato alla Festa del volontariato, una bella iniziativa organizzata dai nostri partner. In pratica hanno radunato presso il ginnasio i club di volontariato giovanile di tutte le scuole della città, ognuno dei quali ha presentato le sue attività. Dagli interventi ne risulta che i giovani di Klincy fanno volontariato per lo più secondo tre indirizzi: 1) sociale (assistenza a categorie di persone bisognose, anziani, bambini, malati); 2) preventivo (campagne di prevenzione contro la droga e l’alcol); 3) ecologico (analisi dei problemi ecologici della città, lavoro di ricerca e informazione su Cernobyl). L’impressione è buona, ci sono tanti ragazzi che fanno volontariato e si occupano di temi importanti, forse più di quel che pensavamo; il limite è che tutto rimane sempre all’interno delle istituzioni scolastiche o del doposcuola statali (l’unica eccezione è Radimici di Novozybkov).

L’iniziativa è infinita, tra interventi, canti, balli, premiazioni ecc, la delegazione italiana è un po’ provata, anche perché non danno la possibilità di tradurre la maggior parte degli interventi. Per finire, siamo invitati alla festicciola di carnevale dei bambini delle prime classi con tavolata di dolci, giochi e staffette (anche qua un po’ allucinanti, dedicati al Difensore della patria… siamo anche costretti a far parte delle squdre “Reparti d’assalto”, “Teste di cuoio” ecc, insieme ai padri dei bambini, anche loro poco entusiasti…). Prima di lasciarci andare, la direttrice ci porta nel suo ufficio e, tra gli altri discorsi, ci propone, oltre ai progetti con il club ecologico, una collaborazione più stretta con il ginnasio, in particolare uno scambio di visite di un gruppo di scolari. Alle 11 di sera, dopo una cena in birreria, si riparte in pulmino per Mosca.

PIPISTRELLI E ANIME MORTE

Passata la notte in viaggio senza eventi né ricordi particolari, arriviamo a Mosca verso le 8 di sabato mattina. Ci fermiamo nella zona del metro Barrikadnaja, dove abbiamo prenotato un appartamento. L’aria è bella gelida. Nevica. Tutte le caffetterie intorno sono chiuse. Per far colazione Andrej trova in una viuzza un ristorante georgiano aperto 24 ore. I prezzi a Mosca sono diversi, un cappuccino 4 euro. Prima di entrare in appartamento, facciamo un giro fino alla Piazza Rossa, dove riusciamo a vedere il Mausoleo con la mummia di Lenin (forse per l’ultima volta, a quanto pare la vogliono togliere). La Piazza Rossa – nel cui centro è stata allestita una pista da pattinaggio con tribune in stile americano – è in parte blindata, ci sono vari controlli e metal detector. Per Mosca in generale bisogna stare attenti a camminare sui marciapiedi perché dappertutto buttano giù dai tetti blocchi di neve e di ghiaccio.

A parte una perdita d’acqua dal soffitto del bagno, l’appartamento trovato su Internet è bello e spazioso (210 € a notte!). Al pomeriggio si torna al Cremlino per visitarne i musei. Incontriamo Ljuda, una ex bambina di Dobrodeevka che ora fa l’università a Mosca, è l’unica di quel villaggio che è riuscita ad andare a studiare lontano. È contenta di essere a Mosca, di essere potuta “scappare” dalla provincia, dove mancano motivazioni e prospettive per i giovani. Le raccontiamo delle marce militari dei bambini che abbiamo visto alla scuola di Vyshkov (dove lei ha fatto le ultime classi) e del tipo esaltato che urlava: «Ma sì, era il mio insegnante di ginnastica, è una persona bravissima». «Ma perché strilla come un matto?». «Coi bambini russi bisogna fare così, altrimenti non li tieni».

Dai cavalli di Dobrodeevka al teatro Bolshoj. Serata di gala per la delegazione. Sei delegati si accontentano dell’operetta “Il pipistrello” nella sala nuova del Bolshoj, biglietto a 20 €. Caterina opta invece per “Le anime morte”, nella sala principale, a 290 €… La settimana russa si conclude, com’era iniziata, nel ristorante georgiano a mangiare chačapuri e altre specialità del Caucaso. Domenica mattina, prima di andare in aeroporto, si fa a tempo ad andare a visitare la galleria Tret’jakovskij, principale museo d’arte russa. Carla si ritrova davanti a un quadro russo che riproduce quasi la scena del carnevale di Dobrodeevka con slitta e cavallo… Prendiamo un caffè con Galja di Vereschaki, anche lei studia medicina a Mosca ed è contenta, nonostante il forte legame che ha con il suo paese e la sua famiglia. Da Vereschaki sono di più i ragazzi che fanno l’università a Mosca o in altre grosse città, merito probabilmente anche della buona preparazione che dà loro la scuola del villaggio.


26/03/12

SÉBASTIEN BOCQUET - «AVENIRS RADIANTS»


Gallerie delle opere dell'artista dedicate ai liquidatori di Cernobyl (2010)



Raccolta di poesie ispirate dalla permanenza nella zona d'interdizione di Cernobyl (2009)



 

UN ARTISTA FRANCESE CERCA DI RICHIAMARE DALL’OBLIO I LIQUIDATORI DI CERNOBYL


Nel Museo degli atamani di Kiev si è aperta la mostra dell’artista e scrittore francese Sébastien Bocquet dal titolo «Senza volto». Tutte le opere sono ritratti dei liquidatori che diedero le loro vite nella lotta contro l’atomo “pacifico” in seguito alla tragedia di Cernobyl. Malgrado la maestria dell’artista, nella mostra non troverete neanche un ritratto ideale: alcune rappresentazioni sono sfumate, altre imprecise, altre ancora sono composte di frammenti. Questi quadri sono un requiem per i defunti e allo stesso tempo un richiamo alla nostra coscienza e indifferenza. 

«Una volta ho provato a cercare in Internet informazioni sui liquidatori della catastrofe di Cernobyl. Tutto quello che mi riuscì di trovare furono delle foto di pessima qualità per “documenti”, immagini sfuocate, foto di gruppo e praticamente nessuna informazione su di loro», racconta Sébastien Bocquet. «Per è molto importante parlare di queste persone che diedero la propria vita per salvare noi da tutte le conseguenze dell’incidente alla centrale. Perché Cernobyl non è soltanto un problema dell’Ucraina, ma un problema di tutta l’umanità». 

Nel 2009 Sébastien su invito di alcuni colleghi francesi nell’ambito di un progetto di residenza artistica venne in Ucraina e visse nel villaggio di Volodarka, il quale si trova al confine della zona d’interdizione. Proprio là poté constatare con i propri occhi la situazione nella Zona di Cernobyl, far conoscenza con coloro che sono rimasti a vivere in territorio contaminato. Tutto ciò formò nell’artista una sua propria visione del problema. 

«Sébastien ha raccontato che una volta nella zona d’interdizione vide una vecchia che raccoglieva mele selvatiche accanto a casa sua. Mentre lui si trovava lì con indosso la tuta speciale protettiva, con il dosimetro. Allora gli venne da pensare: chi di noi è pazzo?» – racconta il direttore della casa editrice “Neopalima kupina” Michail Maljuk. «Un’altra volta invece venne a una scuola proprio accanto alla zona con i suoi lavori e chiese agli scolari di completare i disegni con quello che, secondo loro, mancava in essi». 

Nelle opere dedicate alla tragedia di Cernobyl Boquet ha utilizzato materiali e tecniche di diverso tipo: grafica, colori, lacca ecc. Il lavoro su questo progetto è durato circa un anno. 

La seconda parte del progetto è la raccolta di poesie di Sébastien Bocquet «Oprominennja majbutnim» (Avenirs radiants), una sorta di diario emozionale dell’autore. In essa Sébastien ha riportato le sue impressioni scaturite da quello che aveva visto e vissuto nella zona d’interdizione. Il libro è uscito in due lingue: francese e ucraino. Da quel che dice Bocquet questo è solamente il primo passo per un progetto artistico-letterario di più ampia portata che già in un futuro prossimo prenderà vita. Nell’ambito del progetto, assieme alla casa editrice “Neopalima kupina” si prevede la pubblicazione di un’antologia di autori ucraini tradotti in francese, nonché l’organizzazione di residenze artistiche incrociate con la permanenza di artisti ucraini in Francia e viceversa. 

Data: 16.03.2012
Fonte: www.day.kiev.ua
Autore: Evgenija Podobna
Traduzione: S.F.

23/03/12

AD AČINSK VERRÀ POSATO UN MONUMENTO AI LIQUIDATORI DI CERNOBYL

Su ordine dell’amministrazione cittadina di Ačinsk (regione di Krasnojarsk, Russia) il progetto del futuro monumento è stato preparato dagli studenti del 4° corso d’architettura del colledge di Ačinsk. […] 

Il monumento rappresenterà una composizione di due triangoli asimmetrici uniti da una sfera con le orbite stilizzate – simbolo della vita pacifica sulla terra. Inoltre alla base dell’opera verrà messa la scritta: «Semplici e buoni ragazzi, migliaia, non si contano! Loro sono qui, perché si doveva, Cernobyl è la loro coscienza e il loro onore». L’altezza del memoriale è di 4,5 metri. […] 

Circa 100 abitanti di Ačinsk parteciparono alla liquidazione delle conseguenze dell’incidente di Cernobyl. 

Data: 19.03.2012 
Fonte: www.24rus.ru 
Traduzione: S.F.

22/03/12

«VIBURNO ROSSO» E «COSTELLAZIONE VERDE» - FOTO SET 2011

Link alle fotografie dei progetti musicale «Viburno rosso» ed ecologico «Costellazione verde» svoltisi a settembre 2011.



21/03/12

IN RUSSIA COMPARIRÀ UNA NUOVA DATA COMMEMORATIVA. IN RICORDO DI CERNOBYL E DELLE ALTRE CATATSROFI NUCLEARI

La Duma statale ha approvato in prima lettura il progetto di legge per introdurre nel calendario russo una nuova data commemorativa: il Giorno dei partecipanti alla liquidazione delle conseguenze degli incidenti e delle catastrofi radioattive. Esso sarà celebrato il 26 aprile. 

Autori dell’iniziativa sono stati i deputati dell’assemblea legislativa di San Pietroburgo. 

«Il 26 aprile 1986 in tutto il mondo si diffuse la notizia della catastrofe alla centrale di Cernobyl, allora il primo impatto della liquidazione delle conseguenze lo presero le unità della difesa radioattiva e biochimica. L’apporto degli eroi salvatori, che consapevolmente andarono incontro a un rischio mortale, è enorme e merita profonda riconoscenza da parte dei contemporanei e dei posteri» – sottolineano gli elaboratori.

Nella conclusione del comitato della Duma statale alla difesa viene sottolineato come in Russia più volte siano accaduti incidenti di tipo radioattivo. Oltre a Cernobyl, l’incidente al “Majak”, le esplosioni al poligono di Semipalatinsk e a Novaja Zemlja, le avarie ai sommergibili atomici. 

I deputati ricordano inoltre che con una risoluzione del Consiglio dei capi di stato della CSI, approvata a Minsk il 1° giugno 2001, il 26 aprile era già stato dichiarato Giorno internazionale della memoria delle vittime di incidenti e catastrofi radioattive. L’istituzione della nuova data commemorativa ha l’obiettivo di perpetuare la memoria dei caduti e insieme di rendere gli onori ai liquidatori viventi delle catastrofi radioattive.

Data: 19.03.2012 
Fonte: www.b-port.com 
Traduzione: S.F.

20/03/12

NEL MUSEO DI CERNOBYL DI EVPATORIJA VERRÀ CREATO UN PANORAMA 3D

Nel museo, che verrà inaugurato il 26 aprile sul territorio del monumento in Memoria di Cernobyl, tra gli altri oggetti esposti verrà installato su una delle pareti anche un panorama 3D lungo sette metri. Si tratta di un intero blocco di illustrazioni collegate tra di loro in cui sono raccolti materiali dalla costruzione della centrale alla cronologia delle conseguenze dell’esplosione. 

L’autore del panorama è il giovane artista di Evpatorija Ivan Kudrjavcev. 

Nel museo verranno esposti documenti unici dagli archivi famigliari di coloro che parteciparono direttamente agli eventi dell’aprile “nero” del 1986, fotografie scattate in quei giorni, modelli di tute speciali protettive, apparecchi di controllo, maschere antigas, kit di pronto soccorso individuali ecc. 

I creatori del museo hanno in programma prossimamente di piantare un viale di sakura giapponesi, in memoria della tragedia di Fukushima. E per il Giorno dei liquidatori – il 14 dicembre – dovrebbe essere installato un plastico della centrale di Cernobyl con la simulazione visiva e sonora dello scoppio. […] 

Data: 20.03.2012 
Fonte: www.investigator.org.ua 
Traduzione: S.F.

15/03/12

DUBBI E PROTESTE PER L'ACCORDO BIELORUSSIA-RUSSIA PER LA CENTRALE NUCLEARE DI OSTROVETS

I TURISTI PER ORA NON VERRANNO AMMESSI A CERNOBYL

Oggi la Zona d’interdizione può essere visitata soltanto per conoscenza lungo percorsi prestabiliti 

Il Ministero delle Emergenze d’Ucraina per il momento non ha in programma di «scongelare» e sviluppare la sfera del turismo nella Zona d’interdizione di Cernobyl. Lo ha comunicato il presidente dell’Agenzia governativa per la Zona Vladimir Chološa. 

«È difficile prevedere se in prospettiva ci sarà una grande richiesta di visitare la Zona da parte dei turisti. A oggi è stato approvato un Documento congiunto, registrato presso il ministero della Giustizia, secondo il quale a scopo di conoscenza le persone hanno il diritto di andare nella Zona d’interdizione lungo percorsi prestabiliti. Di turismo nel vero e proprio senso del termine per ora non se ne parla» – ha affermato Chološa. 

Inoltre si è data comunicazione sui piani della direzione della centrale di Cernobyl per introdurre nella Zona d’interdizione nuovi tipi di produzione, a cominciare dal ciclo di lavorazione del combustibile per l’industria nucleare del paese. 

Data: 06.03.2012 
Fonte: www.bagnet.org 
Autore: Dmitrij Dubenskij 
Traduzione: S.F.

14/03/12

VIAGGIO IN RUSSIA FEBBRAIO 2012 - FOTO FRANCO

Link alla galleria fotografica


«QUANTO SEI A RISCHIO?». GREENPEACE LANCIA LA MAPPA INTERATTIVA SUL RISCHIO NUCLEARE

SI È SFIORATA UNA “CERNOBYL-2”

Per quasi 24 ore la Russia si è trovata sulla soglia della più grande catastrofe tecnologica dai tempi di Cernobyl. Si delineano i particolari dell’incendio sul sottomarino atomico “Ekaterinburg” di fine dicembre 2011. 

L’incidente è avvenuto allo stabilimento di riparazioni navali nel villaggio di Rosljakovo nei pressi di Murmansk e per poco non si è trasformato in una catastrofe di immani proporzioni tre giorni prima di Capodanno. 

I giornalisti di «Kommersant-Vlast’», che hanno condotto una loro inchiesta, dispongono di tutti gli elementi per ritenere che durante l’incendio con il quale i reparti speciali hanno lottato un intero giorno a bordo del portamissili strategico k-84 “Ekaterinburg” si trovassero missili con testate nucleari, siluri e due reattori nucleari. […] 

L’incendio è insorto durante la riparazione della carenatura del complesso idro-acustico. Fin dal mattino del 29 dicembre in quel posto si svolgevano i cosiddetti lavori col fuoco (taglio del metallo). Nel sommergibile si trovavano circa 60 membri dell’equipaggio con il comandante, il capitano Igor’ Stepanenko. Il fuoco è divampato alle 15.45 a prua del sottomarino, nella parte inferiore dello spazio tra lo scafo leggero e quello stabile. 

Le fiamme si sono rapidamente diffuse nello spazio tra gli scafi. Sopra il bacino si è innalzata una colonna di fumo, e anche da riva si vedevano le lingue delle fiamme. A Rosljakovo, Murmansk e Severomorsk si diffusero voci allarmanti sul sommergibile atomico in fiamme. 

Il fuoco più dirompente è infuriato vicino ai siluri, a soli 40 metri dai vani dei missili e a 100 metri dai reattori nucleari. Allo scopo di evitare un esplosione i marinai nel primo scomparto incandescente cominciarono a rimuovere i siluri dagli apparati. 

A spegnere il fuoco si aggiunse una squadra di pompieri volati d’urgenza da Mosca specializzata nello spegnimento di “oggetti speciali” […]. Il mattino del 30 dicembre la situazione era sotto controllo, tuttavia i pompieri continuavano senza sosta a “innaffiare” le varie parti dell’imbarcazione allo scopo di raffreddarle. Di fatto lo spegnimento continuò fino alla sera del 30 dicembre. […] 

Data: 13.02.2012 
Fonte: www.rus.azattyk.org 
Traduzione: S.F.

13/03/12

CHERNOBYL: LEGAMBIENTE, 2400 PAESI ANCORA CONTAMINATI


Fonte: www.ansa.it
Data: 08.03.2012

IL LEADER DEL PARTITO DEI VERDI (“ZELËNYE”) A. PROGNIMAK: «IL “CIMITERO” NUCLEARE IN UCRAINA PORTERÀ A UNA SECONDA CERNOBYL»

L’Ucraina deve rinunciare categoricamente alla costruzione del “cimitero” per il combustibile nucleare trattato nella zona di Cernobyl, approvato da una risoluzione della Rada suprema. Altrimenti il paese si ritroverà di nuovo su una potenziale bomba atomica. È questa l’opinione del leader del partito dei Verdi (“Zelënye”) A. Prognimak. 

«Il combustibile nucleare trattato è un materiale a elevata radioattività che necessita di speciali tecnologie di sicurezza per il suo stoccaggio» – fa notare Prognimak. «Solamente pochi paesi dispongono di un’esperienza pluriennale nell’utilizzo delle tecnologie di stoccaggio a secco. Nello specifico, la Germania e la Russia, dove l’Ucraina tradizionalmente “seppellisce” le sue scorie nucleari. Le nostre autorità, considerando l’alto livello di catastrofi tecnologiche nel paese e non avendo l’esperienza necessaria, non potranno garantire alla popolazione il rispetto di tutte le norme di sicurezza, sia durante la costruzione del deposito che durante il suo funzionamento». 

A. Prognimak ha inoltre rilevato come un grosso pericolo per la popolazione sia rappresentato dai trasporti del combustibile nucleare trattato nel deposito a secco. Qualunque incidente ferroviario può causare la perdita dell’ermeticità dei container con le scorie, vale a dire una fuoriuscita di radiazioni. 

A. Prognimak sottolinea: «Difficilmente l’Ucraina è intenzionata a limitare l’utilizzo del deposito di scorie soltanto per le proprie centrali nucleari. Non è affatto escluso che attratta dai soldi possa proporre i propri servizi ai paesi europei. Per questo in un futuro prossimo gli ucraini si ritroveranno sopra una vera e propria bomba atomica. Un qualunque avvenimento di forza maggiore – terremoto, incendio ecc. – e in Ucraina ci sarà una seconda Cernobyl. 

In particolare le autorità dovrebbero considerare l’esperienza dell’incidente di Fukushima, dove proprio il deposito di combustibile nucleare a causa del terremoto è stato la fonte principale d’inquinamento radioattivo». 

Il partito dei Verdi si è rivolto alla Rada suprema e al presidente con la richiesta di una moratoria per la costruzione di depositi di scorie nucleari in Ucraina. 

Data: 08.03.2012
Fonte: www.h.ua
Traduzione: S.F.

12/03/12

I GIAPPONESI CONTINUANO LA DEPURAZIONE DELLE TERRE RADIOATTIVE NELLA REGIONE DI ŽITOMIR


Gli scienziati e i ricercatori giapponesi sono riusciti a selezionare delle varietà di colza che danno un maggior raccolto per l’olio e a determinare le condizioni nelle quali ha luogo un’accelerazione della depurazione delle terre dai radionuclidi. 

Ora, nonostante l’incidente alla centrale nucleare di Fukushima, i rappresentanti dell’associazione giapponese “Cernobyl-Tiubu” propongono alle autorità di Žitomir di proseguire il progetto congiunto giappo-ukraino “La colza per la rinascita della provincia di Narodiči” (la parte ucraina è rappresentata dalla fondazione “Ostaggi di Cernobyl”, dall’Università statale agro-ecologica di Žitomir, dall’amministrazione di Narodiči). 

Ricordiamo che le ricerche nell’ambito di questo progetto vengono portate avanti dal 2007. Il loro obiettivo è quello di dimostrare che con le semine di colza si possa effettivamente depurare la terra dall’inquinamento radioattivo e contemporaneamente produrre tipi alternativi di carburante – biogas e biodiesel. 

La parte giapponese, se otterrà l’appoggio delle autorità locali, si assumerà l’onere nel corso dei prossimi tre-cinque anni di destinare 100.000 dollari al finanziamento dei lavori campestri e della creazione degli impianti per il biodiesel e il biogas. 

Il vicepresidente dell’amministrazione di Narodiči Nikolaj Dejsan ha detto: «Parteciperemo al cofinanziamento e alla realizzazione del progetto». Secondo le sue parole, in provincia di Narodiči ci sono 1.400 ettari di terreni che per livello di contaminazione fanno parte della IIª zona, e coltivandoci per qualche anno la colza le si potranno declassare alla IIIª zona.

Data: 07.03.2012
Fonte: www.day.kiev.ua
Autore: Julija Guz
Traduzione: S.F.

IL NUMERO DEI BENEFICIARI DELLE COSIDETTE “RADIAZIONI ANNUALI” A NOVOZYBKOV È DIMINUITO DI QUASI 600 UNITÀ


I documenti per ricevere il pagamento del sussidio aggiuntivo per i lavoratori residenti nella “zona di trasferimento” nel 2012 sono stati depositati da 8.615 cittadini, mentre l’anno precedente questi erano stati 9.200. Per quale motivo i richiedenti il sussidio delle “radiazioni annuali” siano diminuiti sensibilmente, all’ufficio amministrativo non se lo sanno bene spiegare. Il contingente dei lavoratori a Novozybkov è di circa 11.000 unità, tuttavia accedere a tali sussidi ne hanno il diritto soltanto coloro che hanno svolto un periodo ininterrotto di lavoro nella zona di trasferimento di almeno un anno. 

Data: 20.02.2012
Fonte: www.novozybkov.bnews32.ru
Traduzione: S.F.

08/03/12

DATI RISANAMENTO 2011 - PROVINCIA DI ZLYNKA


RISANAMENTO DEGLI SCOLARI DELLA PROVINCIA DI ZLYNKA

(gennaio-dicembre 2011)


Scuola
N. bambini
Andati di fatto in
sanatorio

%
Centri estivi
presso
la scuola
%
Campi di
lavoro
estivi
%
1
Zlynka n. 1
392
65
16%
51
13%
22
5%
2
Zlynka n. 2
256
30
11%
50
19%
9
3%
3
Vyškov
251
86
34%
64
25%
21
8%
4
Malye Ščerbiniči
62
39
62%
23
37%
10
16%
5
Rogov
58
22
37%
19
32%
7
12%
6
Spiridonova-Buda
50
12
24%
19
38%
12
24%
7
Deniskoviči
51
43
84%
32
62%
5
9%
8
Lysye
16
13
81%
12
75%
0
0%
9
Karpilovka
26
26
100%
10
38%
0
0%
10
Sofievka
38
26
68%
28
73%
5
13%
11
Kožanovka
22
7
31%
14
63%
0
0%
12
Dobrodeevka
32
29
90%
26
81%
2
6%
13
Petrjatinka
36
35
97%
12
33%
0
0%
14
Bol’šie Ščerbiniči
14
2
14%
14
100%
0
0%

Totale
1.304
435
33%
380
29%
93
7%

Dei 435 bambini andati in sanatorio 51 sono andati all’estero (Francia, Germania, Italia). 

Parte dei bambini andati in sanatorio sono stati al sanatorio “Zatiš’e” in provincia di Klincy, accanto alla zona contaminata, per cui la percentuale dei bambini che hanno usufruito di un vero e proprio risanamento lontano dalla zona contaminata va ulteriormente abbassata. 

Rispetto al 2010 c’è stato un calo significativo (dal 50 al 33%) dei bambini andati in sanatorio.


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