Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

13/10/12

IL CARNEVALE RUSSO (MASLENITSA) A DOBRODEEVKA


DELEGAZIONE ITALIANA NELLA MASLENITSA
(IL CARNEVALE TRADIZIONALE RUSSO)
NEL VILLAGGIO DI DOBRODEEVKA 
22.02.2012

Il resto della giornata siamo ospiti nel villaggio di Dobrodeevka, dove insieme ai bambini  (ne sono rimasti solo 32) e agli insegnanti della scuola celebriamo nuovamente La Maslenica, il carnevale russo, qui con tutte le sue tradizioni: concerto folkloristico di Carnevale, giochi e concorsi con i bambini, distribuzione dei regali, banchetto con tè, montagne di bliny, miele e altri dolci.

Il direttore Ivan, in un momento di lucidità, ci fa vedere, ringraziandoci, le attrezzature e il materiale didattico acquistati con il contributo del comune di Baveno, con cui il villaggio è gemellato. Alla domanda su cosa possa servire alla scuola per il 2012, Ivan risponde che sarebbero da rifare le finestre dei locali dell’asilo, perché ultimamente non tengono più il freddo.


Il carnevale prosegue con il giro per il villaggio su un carretto-slitta trainato da un cavallo.  La tradizione vuole infatti che si faccia il giro delle case cantando canzoni e ricevendo in cambio dolci e caramelle (e samogon…). Dunque, la delegazione sulla slitta, attorniata dai bambini, Elena che viene dietro suonando la fisarmonica. La giornata è luminosissima, splende il sole sul villaggio ricoperto di neve.

Mentre nella confusione generale si sta preparando il cavallo sulla via davanti al cancello della scuola e i bambini gli danno pezzi di pane da mangiare, non si sa come né perché la mano di Carla finisce fra i denti del cavallo. Momenti di spavento, un male acuto che poi per fortuna si attutisce con la neve ghiacciata. Il padrone del cavallo, un kolchoziano ciucco perso, non fa che ripetere: «Non è colpa mia, non è colpa mia!». Comunque, caricata sulla slitta Carla con l’impronta dei denti del cavallo sulla mano, si parte.

Si cerca l’infermiera del FAP del villaggio (da noi ristrutturato, forse in previsione…), ma quella che c’era prima è andata in pensione, quella attuale è in giro non si sa dove… il FAP è chiuso. Allora durante il giro Elena propone di passare dal cimitero, in un boschetto ai limiti del villaggio, dove c’è la tomba di sant’Aleksandra, alla quale la gente si rivolge per guarigioni e altre richieste. «Funziona sempre, da lei vengono a implorare da tutta la Russia». Carla fa una supplica in dialetto piemontese. Non si sa se per la santa, lo iodio verde di Elena o la neve ghiacciata di Dobrodeevka, comunque il dolore piano piano passa… e aumentano man mano le risate (degli italiani ovviamente, i russi erano molto più preoccupati…). Oltre a sant’Aleksandra – racconta Lena – nell’altro piccolo cimitero del villaggio è sepolto Annibal, l’antenato africano di Puškin, il maggiore poeta russo.

Tra le altre, passiamo anche a casa di Nadja, otto figli tutti maschi, un marito improbabile. Ogni anno ne troviamo uno nuovo e ogni anno lei afferma convinta: «Questo è l’ultimo». Lei comunque è contenta, nella casa – povera ma spaziosa e dignitosa – c’è un’atmosfera gioiosa. Poi incontriamo Oksana, 18 anni e una bambina appena nata in braccio, sul padre non si esprime.

La giornata finisce con una lunga cena insieme al collettivo degli insegnanti della scuola con i consueti canti, giochi e infiniti brindisi. Quando stiamo quasi riuscendo a partire, un signore armeno tira fuori un cd di musica italiana («La migliore! Ne sono innamorato») e ci costringe a ballare un’altra mezzora Toto Cutugno, Albano e Romina e roba del genere. La migliore…

(frammento del racconto della delegazione di febbraio 2012 de Le Russie di Cernobyl)
 
 
(informazioni sulla Maslenitsa dal sito Arca Russa)

Ed ecco l'esilarante scena della Maslenitsa popolare a Mosca dal film "Il barbiere di Siberia" del regista russo Nikita Michalkov (1998).


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