Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

28/02/14

LAVORO DIVULGATIVO-INFORMATIVO DEI VOLONTARI ECOLOGI DELL’ORGANIZZAZIONE NON PROFIT “RADIMICI”


Presso la sede di “Radimici per i bambini di Cernobyl”, si svolgono iniziative di carattere didattico-divulgativo con gli scolari della città di Novozybkov, nell’ambito dell’attività dell’Infocentro Cernobyl e del settore ecologico-turistico.

Tale attività divulgativa è mirata all’acquisizione di buone pratiche per uno stile sano di vita e alla formazione di un atteggiamento responsabile nei confronti dell’ambiente.

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Un ruolo importante nello svolgimento di queste iniziative è svolto dai giovani ecologi volontari di Radimici, i quali nel settembre 2013 hanno avviato un settore ecologico-turistico e in modo sistematico operano con l’obiettivo di migliorare le condizioni ambientali della città e della zona. Con le loro forze si sono svolte alcune iniziative ecologiche per la pulizia delle rive dei laghetti cittadini, del territorio del parco, delle spiagge lungo il fiume Iput’.

A partire da gennaio 2014, i volontari ecologi si sono attivati nel lavoro con i bambini. Loro elaborano lezioni ecologiche, preparano presentazioni, materiali visuali e in forma ludica e creativa cercano di far prendere consapevolezza ai bambini dell’importanza di rapportarsi all’ambiente in modo responsabile.

Di pari passo con le tematiche a sfondo ecologico, all’Infocentro con i bambini si svolgono le lezioni in forma ludica sui temi “Vivere in sicurezza nei territori contaminati dai radionuclidi” e “Per uno stile di vita sano”. Durante queste lezioni, gli alunni vengono informati sulla catastrofe nucleare di Cernobyl e sulle sue conseguenze, nonché sulla centrale di Fukushima, studiano il fondo radioattivo di Novozybkov, apprendono nozioni come “radionuclidi” e “energia nucleare”. Ma la cosa più importante – secondo Ekaterina Bykova, coordinatrice dell’Infocentro Cernobyl di Radimici – imparano a osservare le regole di protezione radioattiva.

«Nonostante siano passati 28 anni dal momento della catastrofe nucleare di Cernobyl, la nostra popolazione e i nostri bambini a tutt’oggi sono sottoposti al rischio dell’effetto delle radiazioni, per questo i bambini devono sapere come preservare la propria salute vivendo in un territorio contaminato: in quali boschi si possono raccogliere funghi e frutti di bosco; come trattare i prodotti boschivi se superano le norme di concentrazione dei radionuclidi; dove si possono misurare i livelli di concentrazione dei radionuclidi nelle verdure e nei frutti coltivati negli orti domestici; come proteggere edifici e locali dall’impatto delle radiazioni ionizzanti – a queste e ad altre domande le persone da noi possono ricevere risposte e spiegazioni con cui armarsi contro gli effetti nocivi dei radionuclidi».

Data: 27.02.2014
Fonte: www.радимичи.рф
Traduzione: S.F.

26/02/14

«VIBURNO ROSSO» - OLTREFIUME DI BAVENO (VB), 27.09.2013


 
PROGRAMMA - ПРОГРАММА:

1. Как здорово - Che bello
2. Параня - Paranja
3. Я родину свою не забываю - Non dimentico il mio paese natio
4. Сударушка-девушка - Mia amata ragazza
5. Курочка - La gallinella
6. Тульский самовар - Il samovar di Tula
7. В горнице - Nella stanza di sopra
8. Мама чао - Mamma ciao
9. Давай споём - Cantiamo
10. Песня про Италию - Canzone per l'Italia
11. The Lion - Лев


Gruppo folkloristico «Viburno Rosso»
Da: scuola di Vyshkov (regione di Brjansk, Russia)
Fisarmonica: Aleksandr Zencenko
Cantano: Iolanta, Karina, Arina, Arina, Lena, Irina, Nastja, Nastja
Data: 27.09.2013
Luogo: Oratorio di Oltrefiume, Baveno (Vb)
Iniziativa: Progetto Viburno Rosso 2013
Promotori: Circolo Legambiente «Il brutto anatroccolo» (Vb), Le Russie di Cernobyl, Comune di Baveno (Va)

Фольклорный ансамбль «Калина красная»
Из: Вышковской школы (Брянская область, Россия)
Баян: Александр Зенченко
Поют: Иоланта, Карина, Арина, Арина, Лена, Ирина, Настя, Настя
Дата: 27.09.2013
Место: Ораторио Ольтрефиуме, г. Бавено (р-н Вербания, Италия)
Мероприятие: Проект "Калина Красная" 2013
Организаторы: Легамбьенте «Гадкий утёнок», администрация г. Бавено

SEMINARIO PER GLI STUDENTI VOLONTARI PRESSO L'ORGANIZZAZIONE "RADIMICI" (NOVOZYBKOV)


Il 13 febbraio 2014 alla sede di Radimici (Nvozybkov) si è tenuto il seminario formativo "Specificità del lavoro con i bambini con capacità limitate, integrazione nell'ambiente dei loro coetanei".

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Al seminario hanno partecipato gli studenti dei college pedagogico e medico di Novozybkov e gli scolari delle ultime classi che da 1-2 anni prendono parte alla realizzazione di progetti e programmi sociali dell'organizzazione Radimici in qualità di volontari.


Il seminario di formazione dei volontari è diventato un momento indispensabile per loro, in quanto Radimici fin dal 1995 lavora con i bambini-invalidi con lo scopo principale del loro adattamento sociale e della loro integrazione nella società. Nel corso delle iniziative d'integrazione, i volontari coinvolgono i bambini-invalidi e i loro coetanei sani in attività ludiche, artistiche, sportive comuni. Ma non sempre i bambini sani sono pronti ad accogliere nel gioco un bambino invalido, e i volontari non sempre sanno come aiutare i bambini in queste situazioni. Sorgono conflitti. Per questo gli organizzatori del seminario si sono posti i seguenti compiti:
  • formare nei volontari un'esperienza d'integrazione dei bambini-invalidi tra i loro coetanei;
  • dare la possibilità di percepire e di capire come e cosa senta un bambino invalido in presenza dei diversi fattori di disturbo.
[...]

Radimici ringrazia gli specialisti in pedagogia tedeschi per la formazione degli operatori di Radimici e per il materiale metodologico sulla cui base è stato elaborato il programma del seminario.

Data: 17.02.2014
Fonte: www.радимичи.рф
Autore: Ekaterina Bykova
Traduzione: S.F.

25/02/14

NELLA ZONA DI CERNOBYL ENTRO LA FINE DEL 2014 VERRANNO INSTALLATI PANNELLI SOLARI (ITALIANI)


Pannelli solari della compagnia italiana Vipiemme Solar, come previsto, verranno installati nella zona di Cernobyl entro la fine del 2014. Lo ha comunicato il ministro dell'ecologia e delle risorse naturali dell'Ucraina.


Data: 15.02.2014
Fonte: www.obozrevatel.com

IKEA HA EFFETTUATO TAGLIO E APPROVIGGIONAMENTO DI LEGNAME IN CARELIA CON METODI ILLEGALI


Alla compagnia «Swedwood», facente parte del consorzio IKEA, è stato revocato il certificato del Consiglio per lo sfruttamento razionale delle foreste per l'approvvigionamento del legname in Carelia (Russia).


Le sezioni svedesi delle organizzazioni ecologiste «Salviamo le foreste» e «Natura e gioventù» ha lungo hanno criticato «Swedwood» per il taglio indiscriminato degli alberi in una delle ultime foreste vergini d'Europa.

La compagnia aveva un certificato della FSC (Consiglio per lo sfruttamento razionale delle foreste), l'organizzazione che sostiene un approccio responsabile allo sfruttamento delle risorse forestali in tuto il mondo. Ma nell'ultimo resoconto dell'organizzazione per la sezione della Carelia si dice che la «Swedwood» non rispetta i requisiti del certificato.


Data: 11.02.2014
Fonte: www.barentsobserver.com

21/02/14

DAL «MAJAK» ALLA ZONA DI CERNOBYL

Intervista a Ivan Burjak, liquidatore dell’incidente del «Majak» e cittadino di Novozybkov

L'incidente di Kyštym (dal nome della zona più colpita, Kyštym, nella regione di Čeljabinsk, Russia), anche noto come incidente di Majak, è stato uno dei più gravi disastri nucleari della storia, classificato al livello 6 su 7 della scala INES, inferiore solo agli incidenti di Cernobyl e Fukushima. Avvenne nel 1957 nell'impianto nucleare di Majak, un sito militare dell'ex Unione Sovietica che ospita un impianto per la produzione di materiale nucleare (soprattutto plutonio) destinato alla fabbricazione di bombe atomiche attraverso il riprocessamento del combustibile proveniente da reattori nucleari.
da Wikipedia
 

Si presenti. Come si chiama?

Ivan Stepanovič Burjak.

Dov’è nato?

Sono nato il 10 maggio 1935 in Ucraina, nel villaggio di Alënino (regione di Suma, distretto di Achtyrsk, soviet rurale di Čupachovo).

Dove vive attualmente?

Adesso abito a Novozybkov, in via Sovetskaja 104.

Che lavoro fa o ha fatto?

Ora sono in pensione. Prima lavoravo come autista alla Transsel’choztechnika.

Che titolo di studio ha?

Ho la licenza media (in Russia si riceve dopo la 9ª classe).

In che modo è capitato all’impianto di produzione nucleare “Majak”?

Nel 1955, fui chiamato per il servizio di leva dal comando militare di Stalino (distretto di Kalinin) e assegnato all’unità n. 1014 di Čeljabinsk.

Che cosa faceva là?

Facevo lavori di costruzione e di sorveglianza. Cioè, eseguivo gli ordini dei comandanti. Al “Majak” fummo mandati subito dopo che successe l’incidente.  L’avaria ebbe luogo in conseguenza della fusione delle pareti del deposito a causa della temperatura troppo elevata. Ci fu un’esplosione e tutte le sostanze radioattive fuoriuscirono andando a finire nell’aria, nel terreno e nel fiume Teča. La liquidazione delle conseguenze del “Majak” consisteva principalmente in queste mansioni:
a.      scavavamo le trincee per la posa dei tubi;
b.      sorvegliavamo l’unità speciale;
c.       sorvegliavamo la zona dell’impianto.

Eravate consci di lavorare in condizioni di elevata radioattività? Quali misure vennero prese per diminuire le dosi d’irradiazione dell’organismo? Quali iniziative di protezione si svolgevano?

Dell’irradiazione radioattiva lo sapevamo, ma nessuno ci pensava, nessuno poteva immaginarne le conseguenze. Semplicemente eseguivamo gli ordini dei superiori, e allo stesso modo applicavamo le regole di sicurezza. Di panico non ce n’era. Tuttavia sentivamo un gusto amaro in bocca, e avevamo dolori alla testa. Verso la fine del servizio, gli abitanti del luogo ci raccontarono delle conseguenze dell’irradiazione. Che non avremmo avuto bambini, che avremmo avuto attacchi di cuore, disfunzioni al sistema nervoso. Loro se non altro prendevano un discreto stipendio per la nocività del lavoro.
Ogni giorno venivano i radiometristi a misurare il fondo radioattivo con i loro dosimetri. Il limite tollerabile era di 40 unità, successivamente di 80. Ma bisognava rimanerci chi mezza giornata, chi 2-3 ore, chi 20-30 minuti. Alcuni si sentivano male, e ricevevano assistenza medica all’unità sanitaria.

Come si poneva allora rispetto al fatto che stava sottoponendo il suo organismo a un pericoloso effetto radioattivo e come valuta adesso il suo lavoro e quello dei suoi compagni alla liquidazione del “Majak”?

Al tempo non ci pensavo al fatto che stavo sottoponendo il mio organismo all’effetto dannoso delle radiazioni. Il nostro scopo era uno solo: finire al più presto il servizio e tornarcene a casa. Io ritengo che noi là non lavoravamo, ma prestavamo servizio alla patria... Oggi però, potendo valutare quella situazione, dico che mai e poi mai, per nessuna cifra tornerei là... Un altro conto se me lo chiedesse la Patria, allora ci andrei.

Come hanno influito le radiazioni sulla sua vita? Sulla sua salute? Sulla sua famiglia?

Quando venni smobilitato, nel 1958, pensavo che non avrei avuto figli, che la mia salute fosse minata. Tuttavia non mi disperai, al contrario cominciai a occuparmi della mia salute. Mi sposai, e vennero tre figli. Ma nondimeno le radiazioni fecero il loro corso, comparvero le malattie. Ma io non potevo dire ai medici che ero stato all’impianto “Majak”. Perché allora tutte le informazioni riguardanti quella faccenda erano segretate. E io avevo sottoscritto l’obbligo di non diffusione di un segreto di stato. Di conseguenza i medici non potevano stabilire a causa di che cosa io fossi malato. E il mio primo bambino morì di leucemia quando aveva sei mesi. Anche il secondo figlio morì di leucemia. Io ero sicuro che fosse per colpa mia, per il fatto che ero stato irradiato. Ma di questo non potevo parlarne con nessuno.

A suo parere, quali dosi di radiazioni hanno maggiori effetti sulla salute delle persone, quelle piccole (da 1 a 40 cu/km²) o quelle grandi (dai 45 cu/km² in su)?

Io ritengo che indipendentemente dal tipo di dosi, piccole o grandi che siano, l’irradiazione è ugualmente dannosa. La differenza è solo nel tempo: se le dosi sono più forti, comportano subito scompensi, se sono piccole agiscono gradualmente, ma in ogni modo le persone col tempo cominciano ad ammalarsi.

Lei ritiene che a Novozybkov il fondo radioattivo sia pericoloso per la vita? Quanto pericoloso?

Io penso che a Novozybkov il fondo radioattivo sia comunque pericoloso. Non è mica per niente che il territorio della nostra città sia stato incluso nella “zona di trasferimento”. In linea di principio tutto dipende dall’organismo individuale. L’importante è mantenere un’alimentazione equilibrata, uno stile sano di vita, bere e fumare di meno.

Lei ritiene che il governo al tempo prese provvedimenti adeguati o non adeguati per liquidare le conseguenze dell’incidente al “Majak”?

Io ritengo che allora il governo dell’URSS prese provvedimenti adeguati per la liquidazione delle conseguenze del “Majak”. Se non l’avessimo fatto noi, chi altro l’avrebbe fatto?

La sua opinione: è giusto che la gente si ricordi di avvenimenti tragici come l’incidente al “Majak”, i test atomici a Semipalatinsk, la catastrofe nucleare di Cernobyl? Quant’è importante che le future generazioni ne siano informate?

Io penso che per la generazione futura sia imprescindibile ricordarsi delle catastrofi globali, allo stesso modo della Grande guerra patriottica, per sapere chi siano gli eroi, i salvatori della Patria. Anche solo affinché negli ospedali per i pazienti di questa categoria siano creati degli schedari come per i gruppi a rischio. Perché questi bambini vanno curati fin dalla nascita e non quando si sono già ammalati. Vale a dire, fare prevenzione.


Data: 28.04.2008
Luogo: Novozybkov
Fonte: «Infocentro Cernobyl» di Radimici
Intervista di: Ekaterina Bykova
Traduzione: Stefano Fronteddu

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