Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

22/04/16

26 APRILE 1986, «30 SECONDI PER 30 ANNI» PER RICORDARE CHERNOBYL


26 aprile 1986, «30 secondi per 30 anni» per ricordare Chernobyl

Sabato 23 aprile in piazza Duomo a Milano, l’Associazione Chernobyl Lombardia in collaborazione con Legambiente Lombardia e Verso Est Onlus, organizzano l’evento «30 secondi per 30 anni» in ricordo delle vittime e degli eroi silenziosi della più grande catastrofe della storia del nucleare civile, avvenuta il 26 aprile 1986 nell’allora Unione Sovietica. Le associazioni daranno vita a un flash mob che avrà inizio alle 15.00 con una nube grigia di palloncini che sarà liberata dai tanti volontari che parteciperanno all’evento, a simboleggiare l’esplosione radioattiva nel reattore numero 4 della centrale. Una sirena suonerà per 30 secondi per annunciare la tragedia e ricordare chi sacrificò la sua vita per spegnere l’incendio e arginare le radiazioni.


Tra memoria e impegno
Le Associazioni promotrici dell’evento, sono nate con lo scopo di accogliere ogni anno gruppi di minori provenienti dalle zone contaminate dalla nube tossica. Un vero e proprio soggiorno terapeutico di un mese, che permette a queste piccole vittime di depurare il loro organismo da circa il 50% delle sostanze radioattive ancora oggi presenti nel cibo e nell’acqua che quotidianamente assumono. Un plauso alle famiglie che in questi anni, hanno aperto le porte delle proprie case per ospitare, per un mese, un bambino di Chernobyl. «Vorremmo che soprattutto le nuove generazioni venissero a conoscenza di cosa è successo e di come vive il popolo Bielorusso in un ambiente ostile che sarà contaminato per i prossimi 300 anni», spiegano gli organizzatori. «Chiediamo alle istituzioni di tornare a parlare in Europa della tragedia di Chernobyl e della situazione disastrosa del sarcofago costruito sopra il reattore numero 4. Chiediamo che siano stanziati nuovi fondi per costruire una cupola più sicura e definitiva» che permetta al popolo ucraino e al popolo bielorusso di pensare ad un futuro migliore.


Data: 22.04.2016
Fonte: www.corriere.it

 

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