Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

15/04/16

HO NOSTALGIA DELLA MIA TERRA - СКУЧАЮ ПО РОДНОЙ ЗЕМЛЕ

Autore: S. Sulimov
Luogo: Zlynka
Data: 25.04.1991
Fonte: «Znamja» (Zlynka), edizione speciale «La Cernobyl' russa»
Traduzione: S.F.

Автор: С. Сулимов
Место: Злынка
Дата: 25.04.1991 г.
Источник: «Знамя» (Злынка), спецвыпуск «Российский Чернобыль»
Перевод: С.Ф.

 
HO NOSTALGIA DELLA MIA TERRA

Come avvertenza a questa lettera, vogliamo che i lettori comprendano correttamente le nostre intenzioni che ci portano a pubblicarla sulle pagine del giornale.

In alcun modo non vogliamo che essa venga recepita come un appello: «Non bisogna andare da nessuna parte! Vi aspettano solo difficoltà!». Il diritto al trasferimento è un diritto personale di ogni cittadino.

Pubblicando questa lettera, noi vogliamo invece ricordare per l’ennesima volta che il trasferimento in una zona non contaminata è un passo pieno di responsabilità e che a esso ci si deve preparare con grande serietà. Non è peccato dirlo! Di aiuto dallo Stato a questo riguardo noi ne riceviamo poco e in generale bisogna contare sulle proprie forze.

A essere sinceri, vorremmo proprio non ricevere lettere di questo tipo, ma il problema del trasferimento esiste e non pubblicare questa lettera non avremmo potuto. Essa è scritta in modo emozionale, contiene alcuni versi semplici e ingenui, ma la pubblichiamo quasi senza correzioni, affinché questo grido dell’anima prima di tutto ci costringa tutti a riflettere.

La proponiamo qui all’attenzione dei lettori.

Vi scrive un ex operaio della fabbrica “Revput” e ora lavoratore migrante della regione di Mosca.

Non certo per nostra volontà a me e alla mia famiglia è toccato abbandonare la terra natia, lasciare tutto ciò che avevamo di caro fin dall’infanzia e diventare degli esiliati nel nostro stesso paese.

Non siamo più necessari a nessuno e da nessuna parte. Per ottenere qualunque cosa bisogna passare attraverso decine di istanze. Noi non siamo più contenti ormai di aver intrapreso questo trasferimento, di avere lasciato un bell’appartamento.

È probabile che presto ritorneremo a casa, perché qui le prospettive di ottenere un’abitazione sono assai poche, mentre di difficoltà ce n’è più che in abbondanza. Non consiglierei a nessuno di gettarsi in questa “libera” partenza obbligatoria.

Voglio scrivervi alcune righe, magari le pubblicherete sul giornale.

Non ci abitueremo mai a vivere in altre terre. Nonostante tutti gli sforzi fatti per riuscire a venire nella regione di Mosca, lo stesso qualcosa ci spinge a tornare a casa. Ho come la sensazione che domani potrei abbandonare tutto: il permesso di residenza, il lavoro, senza libretto e senza liquidazione, e tornarmene nella mia terra.

L’unica cosa che ci trattiene qui sono i figli. Perché se qui le cose non vanno bene, nelle altre regioni sarà ancora peggio. Come ci siamo ridotti: a sbatterci qua e là nella nostra nazione in cerca di un luogo passabile dove vivere. Per di più ora vengono a dirci, e ne scrivono, che l’incidente alla centrale nucleare di Cernobyl non fu colpa di nessuno, che si trattò di una calamità naturale. Il fatto è che a questo modo si possono giustificare tutte le nefandezze e tutti gli errori dei dirigenti che si verificano nel nostro paese. Scusate per il disturbo, ma ho accumulato così tanta pena nell’anima che mi è venuta voglia di esternarla.
S. Sulimov
Solnečgorsk
(regione di Mosca)
originario della
provincia di Zlynka

ASPETTACI, VYŠKOV!

Ce ne andiamo, Vyškov,
ce ne andiamo…
I tuoi tigli fioriranno
non più per noi.
Davvero ti siamo venuti
così a noia,
Tanto da dirci:
«Ce la caveremo anche senza di voi»?
Perché tu sei la Patria
e la nostra nostalgia.
Possibile che qualcuno
ti possa dimenticare?
E però oggi sulle acque dell’Iput
vivere è pericoloso.
Come potremmo far del male
ai nostri figli?
Siam tutti cresciuti
al nostro villaggio.
Modestamente vivevamo,
ma in famiglia,
Mentre adesso ciascuno
scappa dove può.
Volenti o nolenti siamo caduti
in disgrazia.
Non ebbero voluto più riflettere
là da qualche parte,
E così ora piange
tutto il Poles’e
Per un maledetto kilowatt
di Cernobyl’.
Noi torneremo, Vyškov,
noi torneremo,
Lasciateci solo mettere
su una buona strada
i nostri figli.
«È immenso
il mio paese natio»,
Ma non c’è luogo più caro
      della terra di Brjansk 

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