Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

02/05/16

COMPAGNI DI GIOCHI - ТОВАРИЩИ ПО ИГРАМ

«Compagni di giochi» «Товарищи по играм» - © Carlo Spera. Tutti i diritti riservati
Ucraina, città evacuata di Pripjat’, asilo

Io sono l’edificio distrutto. Io sono l’edificio, io la distruzione. Dovunque porto i segni di un disastro spietato. Le mura sgretolate sono brandelli di pelle che pendono dai miei arti. Mi scopro custode di un’enorme quantità di sogni e speranze infantili. Porto in me una perdita, sono il luogo che vive nel furore degli incubi. Avanzo tra i rottami e ascolto il rumore dei miei passi. Cammino su me stesso, mi calpesto senza riuscire a capire se sto andando avanti o indietreggiando. In ogni caso mi sposto dentro di me senza trovare l’uscita, una qualunque. Mi rendo conto che ogni porta scardinata ha un suo senso e smetto di muovermi; sono fermo dentro di me, il silenzio è ingombrante e scorre nei corridoi come sangue troppo denso nelle vene. C’è qualcosa di primitivo in tutto questo, forse un mondo che sta sorgendo, un mondo senza uomini e dunque senza colpa.
Carlo Spera


Украина, эвакуированный город Припяти, детский сад

Я – разрушенное здание. Я – здание, я – разрушение. Везде я ношу знаки безжалостной беды. Стены – это лохмотья кожи, висящие из моих суставов. Я обнаруживаюсь хранителем огромного количества детских мечтаний и надежд. Я ношу внутри себя потери, я – место, которое живёт в ярости кошмаров. Ступаю по обломкам и слушаю шум своих шагов. Шагаю по самому себе, топчу себя, и не могу понять, вперёд ли я иду или назад. Во всяком случае, я передвигаюсь внутри себя, не находя выхода, какого-либо выхода. Я отдаю себе отчёт в том, что каждая сорванная с петель дверь имеет свой смысл, и перестаю двигаться; я застывший внутри себя, тишина громоздкая и течёт по коридорам словно кровь, слишком густая в венах. Есть что-то первобытное во всём этом, может быть, восходящий мир, безлюдный мир, и поэтому безвинный.
Карло Спера
 
 Autore: Carlo Spera
Tratto da: “Viaggio al termine della notte.
20 anni dopo l'esplosione della centrale di Cernobyl”
Casa editrice: ViediMezzo
Data: 2006
Traduzione: S.F.

Автор: Карло Спера
Из: “Путешествие на край ночи. 20 лет после взрыва на ЧАЭС”
Издательство: ViediMezzo (Италия)
Дата: 2006 г.
Перевод: С.Ф.

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