Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

19/07/16

IL VILLAGGIO DI ULETOVKA - ПОСЁЛОК УЛЕТОВКА

Autore: Viktor Volocho, poeta
Luogo: Klincy (Russia)
Data: 25.04.2011
Traduzione: S.F.

Автор: Виктор Волохо, поэт
Место: Клинцы
Дата: 25.04.2011
Перевод: С.Ф.
 
 
IL VILLAGGIO DI ULETOVKA

Vent’anni dopo l’esplosione di Cernobyl

Amato villaggio, terra mia natia,
Tu nel cuore sei rimasto in eterno.
Non potrò mai dimenticare il tuo divin paradiso
Dove l’infanzia trascorse fugace.

Guardo le strade che portano lontano,
Verso le case dagli alloggi spopolati:
Il cuore in pena, roso dalla tristezza,
Compiango codesta sorte.

La fonte s’è seccata, abbandonata la sorgente.
Son rimasti ancora i giardini, ma infecondi.
La terra, contaminata in quell’attimo infernale,
Per la vita degli uomini non è più adatta.

Son andati via i falciatori, e non sono rasati i prati,
Essi si stanno tutti ricoprendo di cespugli.
I paesani non possono ritornare qui
E stanchi stanno in terra straniera.

Dove c’erano i gracili alberelli di betulla
Si son stagliati in cielo interi boschi.
E questa natura mi attirava, mi chiamava,
Mi abbracciava con i suoi rami.

Io procedevo sospirando,
Sorpreso dai ricordi,
Davanti a ogni casa lasciando una lacrima,
Sovvenendomi delle umane sofferenze.

Lo vedevo come la gente ti diceva addio,
Lasciando le proprie dimore tra le lacrime.
E tutti da quel giorno perdettero la pace,
Mentre tu ti trasformasti in un cimitero.

Villaggio natio, caduto in disgrazia,
Non sarai tu da me dimenticato.
Tutti i sentieri che portano a te io troverò,
Anche se dal fitto bosco sei nascosto.

 
ПОСЁЛОК УЛЕТОВКА

Спустя 20 лет после взрыва на ЧАЭС

Любимый посёлок, родимый мой край,
Ты в сердце остался навечно.
Вовек не забыть твой божественный рай,
Где детство прошло скоротечно.

Смотрю на дороги, ведущие в даль
К домам, где жильё опустело:
Тревожно на сердце, и гложет печаль,
Скорблю от такого удела.

Криница иссякла, заброшен родник.
Сады здесь стоят, но бесплодны.
Земля,заражённая в страшный тот миг,
Для жизни людей не пригодна.

Ушли косари, и не бриты луга,
Они зарастают кустами.
Сельчане не могут вернуться сюда,
А на чужбине устали.

Где хлипкая поросль березок была,
Возвысилась в небо лесами.
И эта природа манила, звала,
Меня обнимала ветвями.

Я двигаля дальше, вздыхал на ходу,
Настигнутый воспоминаньем,
У каждого дома роняя слезу,
Припомнив людские страданья.

Я видел, как люди прощались с тобой,
В слезах покидая жилище.
И все с того дня потеряли покой,
А ты превратился в кладбище.

Посёлок родимый, попавший в беду,
Не будешь ты мною забытый.
Любую тропинку к тебе я найду,
Хоть лесом дремучим ты скрытый.

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