Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

12/10/17

CINA: TROPPE BOMBE SOTTERRANEE, RISCHIO CROLLI E NUOVA CHERNOBYL



Rischia di crollare l’intera montagna dei test nucleari, liberando una nube radioattiva con conseguenza peggiori di Chernobyl. La seconda scossa di terremoto il segnale. Dopo l’esplosione della Bomba H nordcoreana gli scienziati cinesi hanno lanciato l’allarme. Minacciati anche i russi di Vladivostok.

 
La notizia dall’autorevole South China Morning Post, del geofisico Wen Lianxking, della University of Science and Technology di Hefei, nella provincia di Anhui.

Secondo Stephen Chen, analista del giornale, il team di scienziati guidati da Wen è sinceramente preoccupato che ciò possa avvenire per tutta una serie di dati in suo possesso. Tutti i dati di prima mano, vista la minuziosa catena di monitoraggio antisismico installata dal governo di Pechino nel proprio Paese, puntano sul monte che sovrasta il sito di Punggye-ri. Il team ha dato l’annuncio, ripreso dal South China Morning, sul website del “Laboratorio di sismologia e fisica profonda della terra” dell’università, aggiungendo che la previsione (sul rischio del devastante crollo) è la risultante di una serie di sofisticate triangolazioni dei dati in arrivo da oltre cento stazioni di rilevamento.

Lo sciame sismico secondario, che indica ulteriori movimenti franosi, continua? È probabile di sì, anche se i ricercatori di Hefei non lo dicono apertamente, ma lo fanno solo intendere. Le conclusioni di Wen hanno ricevuto un autorevole sostegno da parte dell’ex Diretttore della China Nuclear Society e senior researcher del Programma nucleare militare di Pechino, Wang Naiyan. Secondo lo scienziato, a Punggye-ri si corre il rischio di un disastro ambientale di proporzioni bibliche. Se il monte dovesse crollare (basterebbe un altro solo test) “resterebbe un buco enorme da cui le radiazioni scapperebbero in tutte le direzioni, compresa la Cina”.


Data: 06.09.2017
Fonte: www.remocontro.it

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