Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

12/10/17

FUORI CONTROLLO

Fuori controllo

Una casa abbandonata a Namie, nella prefettura di Fukushima, 20 settembre 2017. - Asahi Shimbun/Getty Images
La vegetazione di un verde intenso sarebbe anche invitante se non fosse per il nome del posto: Fukushima. La nostra guida un tempo abitava nel villaggio di Iitate, a nordovest della famigerata centrale nucleare. Dei seimila abitanti del suo villaggio, ci ha raccontato, solo cinquecento sono tornati, quasi tutti anziani. Secondo il rilevatore di radiazioni, la sua casa e i suoi terreni sono ancora contaminati, nonostante il governo si sforzi di convincere la popolazione che il pericolo è passato.
Molti terreni della zona, vicino a case e strade, sono pieni di sacchi di terra contaminata. Dove un tempo c’erano campi di riso, che in questo periodo dell’anno sarebbero stati pronti per il raccolto, c’è solo terra marrone, inutilizzata e minacciosa.

La strada 114, che percorriamo verso sud, è stata aperta solo la settimana scorsa, sei anni dopo il disastro. Le strade secondarie che s’immettono da entrambi i lati sono chiuse da recinzioni. Attraversiamo città e villaggi fantasma: case vuote, insegne rotte, ragnatele e automobili abbandonate nei garage.

Alcuni responsabili della comunicazione giunti qui dagli uffici della Tepco (l’azienda che gestisce la centrale nucleare) mi accompagnano alla centrale per una visita di cinque ore. Continuano a dirmi che è tutto sotto controllo. Ma le città fantasma e la pioggia che, cadendo, raccoglie e diffonde altra radioattività dalle foglie e dalle radici mi dicono che qui si è perso il controllo già da molto tempo.

Data: 09.10.2017
Autore: Amira Hass

Fonte: www.internazionale.it

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