Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

09/11/17

MOLTO PIÙ DI UN SEMPLICE CAMPO ESTIVO



Novokemp, agosto 2017
Da dove si potrebbe cominciare nel descrivere un’esperienza simile? 

Partiamo dall’inizio: quel fatidico giorno in cui ho deciso di mandare la richiesta di partecipazione e il momento in cui ciò mi è stato confermato. Non si può spiegare cosa ho provato in quel momento, un misto di paura e frenesia.

Sarebbe stata la mia prima volta in Russia, una nazione così immensa e dispersiva se paragonata alla nostra, una nazione nei confronti della quale esiste lo stereotipo di persone fredde e chiuse.

Tutto il viaggio, dall'inizio alla fine, è stato una vera e propria esperienza che ci metteva costantemente alla prova, a partire dal tipico treno  ­̶  p’janyj poezd, il treno ubriaco”  ­̶  russo. Avete presente quando si parla delle persone russe come persone distaccate e fredde? Ripeto, stereotipo! Fin dal viaggio in treno tutti si sono dimostrati accoglienti nei nostri confronti, cercando di aiutarci a sistemare le valigie, che erano più grandi del corridoio stesso del treno. Ricordo ancora quando ci hanno chiesto «Non avete paura?», ma il loro interesse e curiosità nei nostri confronti ci hanno aiutato a trascorrere un buon viaggio. 

Parlando ancora di stereotipi, ecco, lo stereotipo cade nel momento esatto in cui si giunge davanti al cancello del campo, sul quale c’è la grande e colorata scritta “Novokemp”. A partire da quel momento è come entrare nel paese dei balocchi, qualcosa di indescrivibile e di magico. È vero, le difficoltà con la lingua si sono manifestate, ma dopo qualche giorno già si potevano notare dei passi da giganti... Anche perché ti sentivi parte di una grandissima famiglia composta da bambini e ragazzi per i quali non esiste cosa più bella che essere in quel luogo. Ogni cosa contribuisce a rendere l’atmosfera unica e magica, a partire dall’organizzazione: le giornate, dalla mattina alla sera, sono scandite da molteplici attività che vorresti non avessero mai fine e da momenti unici e pieni di gioia con i bambini.

Sono tutti attivi e partecipi, dal più piccolo al più grande, a Novokemp non si sta mai fermi, se non durante l’ora del riposino. Ci sono così tante cose da fare che le ore sembrano non bastare... attività di svariato tipo, da zumba a pallavolo; lavoretti con materiale di riciclo per creare bambole e cestini; giochi di gruppo, corsi di lingua italiana, portoghese, inglese... ma soprattutto moltissime giornate a tema come la giornata della Russia, degli indiani e la giornata dei paesi stranieri... e come se non bastasse ad agosto abbiamo anche festeggiato il Natale!

La parte più bella è impegnarsi per tutti i bambini, i quali sono totalmente interessati ad intervenire e apprendere, ed è meraviglioso essere ricambiati così positivamente... Le parole però non bastano, perché per poter comprendere veramente che cosa sia Novokemp, il suo ambiente, le sue persone, e le emozioni che fa provare, bisogna assolutamente andarci.

Vorrei concludere con un ricordo personale che penso trasmetta alla perfezione la mia esperienza: quando si arriva a Novokemp si piange per un motivo... e quando arriva il giorno della partenza si piange per un altro, chiaramente perché non si vorrebbe mai andare via da un posto così indescrivibile.
È un’opportunità unica nel suo genere per aiutare gli altri e al contempo per crescere a livello personale, ma soprattutto per migliorare la conoscenza della lingua russa: bisogna buttarsi e io sarei pronta domani stesso a ripartire. 

Новокемп я очень скучаю по тебе! (Novokemp, mi manchi moltissimo!)

Valeria Cuomo (21 anni)
Università statale di Milano
Mediazione Linguistica e Culturale

Nessun commento:

Posta un commento