Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

11/12/17

L’INCUBO RADIOATTIVO DI MAYAK MINACCIA L’EUROPA




Dopo la fuga di materiale radioattivo nell’impianto di riprocessamento russo, rinvenuto non solo rutenio, ma anche cesio. Si teme un’incidente di larga portata


La provenienza della famosa nube di Rutenio-106 è ormai chiara.  


Si tratta senza dubbio dell’impianto di riprocessamento di scorie nucleari di Mayak, nonostante le smentite del governo russo. La dinamica dei fatti e la storia del nucleare in Russia, densa di silenzi ed omissioni, conferma questa pista. 

L’Ufficio federale tedesco per la protezione dalle radiazioni, il primo ente ad accorgersene, interpellò a inizio ottobre il Ministero di Pubblica Sicurezza della regione di Chelyabinsk e ROSATOM, l’ente governativo che si occupa di energia nucleare, i quali affermarono che non ci fossero stati incidenti e che il livello di radiazioni nella regione russa non fosse aumentato. 

Successivamente, l’IRSN, l’Istituto di radioprotezione e sicurezza nucleare francese, in un report edito il 9 novembre, rende pubbliche le rilevazioni effettuate tramite le varie stazioni di monitoraggio europee, che avrebbero interessato anche l’Italia, nelle regioni di Lombardia, Piemonte, Friuli, Toscana ed Emilia Romagna, a partire dalla giornata del 3 ottobre 2017, ed identifica come periodo del rilascio, l’ultima settimana di settembre. 

Si parla di rilevazioni con esito positivo nella maggior parte dei paesi europei, con picchi di 100 microbecquerel/metro cubo, in rapido calo a partire dal 6 ottobre. Da sottolineare che il calo non è dovuto alla scomparsa dell’isotopo, ma al fatto che, depositandosi a terra, non viene più rilevato in aria. 

I livelli riscontrati vengono ufficialmente considerati innocui, nonostante numerosi studi, tra cui quelli del professor Bandazhevsky, abbiano dimostrato che l’assorbimento da parte degli organismi viventi sia cumulativo.


Data: 06.12.2017
Fonte: www.lastampa.it


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