Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

08/05/18

SALPA CENTRALE ATOMICA RUSSA GALLEGGIANTE

Salpa centrale atomica russa galleggiante

Risultati immagini per centrale nucleare galleggiante russa 
E' partita oggi dal porto di San Pietroburgo una controversa centrale nucleare galleggiante russa, destinata a rifornire di energia avamposti russi nell'Artico. La Akademik Lomonosov, una sorta di nave-centrale nucleare, proseguirà attraverso il Baltico fino al porto russo di Murmansk, dove i due reattori dell'impianto verranno riforniti di combustibile nucleare, ha spiegato Pavel Ipatow, portavoce del gestore Rosenergoatom, citato dall'agenzia stampa Tass.

L'estate prossima, l'Academik Lomonosov lascerà Murmansk per prestare servizio nell'Artico, lungo la costa di Chukotka nell'estremo oriente della Russia. La centrale galleggiante può rifornire di energia elettrica fino a 200mila persone, oltre a provvedere alla desalinizzazione dell'acqua. La destinazione dell'Academik Lomonosov, che rifornirà anche piattaforme petrolifere, sarà il porto siberiano di Pewek.

Il progetto è stato fortemente criticato da diverse associazioni ambientaliste come Greenpeace che parlano del rischio di una "Cernobyl dei ghiacci", in riferimento al disastro nucleare del 1986. Interessata allo sfruttamento di nuovi giacimenti di petrolio e gas, la Russia a approfittato dello scioglimento dei ghiacchi provocato dai cambiamenti climatici per aprirsi nuove rotte di navigazione nell'Artico e rafforzare la sua presenza militare nella regione.

Data: 28.04.2018
Fonte: www.adnkronos.com

 

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